Il riscatto del maialetto sardo: la sfida di Salvatore Innocenti

Dalle campagne di Gavoi, un giovane allevatore di Fonni costruisce il futuro del suino sardo puntando su qualità, tracciabilità e valorizzazione del prodotto.

È concreto Salvatore Innocenti, allevatore di suini di Fonni, che nelle campagne di Gavoi ha ereditato i terreni della madre e sta cercando di portare la sua attività al livello successivo. Grazie ai finanziamenti del GAL BMG ha potuto affrontare i punti più critici dell’azienda: ha realizzato nuove recinzioni e un muro di confine per proteggere i suini dal contatto con i cinghiali, sistemato chiusure interne e capannine per il ricovero, migliorato l’approvvigionamento idrico in ogni punto del terreno.

“Prima dovevo controllare l’acqua di continuo, adesso posso lavorare con più serenità e pensare a crescere” racconta. La scelta dei suini non è casuale: “È un animale che dà sempre da mangiare e permette di iniziare senza grandi investimenti. Si parte piano, si impara e si può ampliare passo dopo passo, se le cose non vanno come previsto, è un’attività che consente anche di fare un passo indietro senza rischiare tutto”.

Il maialetto sardo resta però un mercato complesso. Dopo anni di blocco causati dalla peste suina africana, la Sardegna sta cercando di rilanciare il comparto, ma il prodotto non ha ancora una riconoscibilità ufficiale che lo distingua. “Se ci scontriamo solo sul prezzo è una battaglia persa.

La qualità e la riconoscibilità potrebbero dare una grande mano: il nostro è un prodotto diverso, che va valorizzato nella filiera e agli occhi del consumatore”.

Anche per questo Salvatore guarda oltre la semplice vendita del maialetto, fortemente stagionale, con picchi a Natale e Ferragosto ma cicli naturali difficili da programmare. “La scrofa non segue il calendario: se figlia a Natale non figlia ad agosto, e in semibrado i tempi si allungano. Per questo penso a ingrassare i magroni e a trasformare il prodotto in prosciutti e capocolli, un mercato più stabile e pronto a premiare la qualità”.

La campagna però resta una sfida quotidiana. “Ogni giorno dipende dal tempo, dalla fortuna e dalle scelte di vita. Non saprei se consigliarla a un amico, perché non si contano le ore di lavoro e i numeri sono troppo variabili. Ma se si lavora con costanza, la pagnotta si porta a casa”.

Grazie all’esperienza accumulata, Salvatore sta trasformando quello che era un secondo lavoro in un’attività primaria, convinto che solo qualità, tracciabilità e innovazione possano dare futuro a una filiera che oggi, dopo la peste suina, chiede di essere finalmente riconosciuta.

Testi: Luca Urgu; Video: Antonio Ruju

Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per la Sardegna 2014-2022; Organismo responsabile dell’Informazione: Gal Distretto Rurale Barbagia Mandrolisai Gennargentu; Autorità di Gestione: Regione Sardegna-Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastorale; Sottomisura: 19.2 “Sostegno per l’esecuzione delle operazioni nell’ambito della strategia di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo – Azioni di Sistema (CUP: H58H25000280009)

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