
A Desulo, un esempio di resilienza e ricerca che difende e valorizza i castagneti.
Restare in paese e costruire qui il proprio futuro: è la strada intrapresa da Paola Pintore, che a Desulo ha trasformato il castagno in un impegno di vita e di impresa. Oggi guida un’azienda agricola dedicata alla selvicoltura di castagneti e alla produzione di ortaggi stagionali per il mercato locale, proprio a ridosso del passo del Tascusì, nel Gennargentu.
La sua storia nasce dal desiderio di rimanere nel paese d’origine e di ridare nuova linfa a una tradizione che rischiava di scomparire. Una scelta che assume ancora più valore se si considera il contesto: negli ultimi decenni, i cambiamenti socio-culturali, l’abbandono delle aree interne, gli incendi, lo sfruttamento e la perdita delle pratiche tradizionali hanno portato a un progressivo deterioramento fitosanitario dei castagneti e a un netto calo della loro produttività.
“Tutto è iniziato con un progetto dell’associazione Castanicola, dedicato al recupero dei castagneti. Quel percorso mi ha motivata a proseguire e nel 2008 ho fondato la mia azienda” spiega Paola. Oltre a legname e nocciole, il castagno è sempre rimasto al centro delle sue preoccupazioni: “Vedevo tante piante sofferenti e secche, e ho sempre cercato di salvarle”.
Negli anni ha partecipato a diversi bandi europei e del GAL BMG, che hanno permesso di avviare progetti di ricerca per affrontare le principali malattie della pianta, come il mal dell’inchiostro, e più di recente il marciume bruno causato dal fungo Gnomoniopsis castanea. Insieme all’Università di Sassari, l’Agenzia Laore e a un gruppo di aziende agricole e di trasformazione, Paola ha preso parte al progetto “Nuovi modelli e nuovi processi produttivi”, mirato a sperimentare tecniche innovative di prevenzione e gestione delle fitopatie e a valorizzare le castagne e i loro derivati.
I trattamenti sperimentali messi in campo – a basso impatto ambientale e senza prodotti chimici – stanno dando risultati incoraggianti: riduzione dell’inoculo del fungo, miglior controllo della malattia e incremento della qualità dei frutti.
“Per noi castanicoltori significa salvaguardare le produzioni e allo stesso tempo restituire valore economico e culturale a un elemento identitario della montagna: la castagna”.
Per Paola investire in ricerca significa molto più che difendere le colture: “Vuol dire dotarsi di strumenti concreti per affrontare le sfide, collaborare con l’università, rafforzare l’immagine di un’agricoltura sostenibile e competitiva, custodire un patrimonio silvicolo, elemento integrante della cultura ed economia dei paesi della montagna”.
Un lavoro che unisce tradizione e innovazione, e che restituisce speranza a chi vuole restare a vivere e produrre in montagna.
Testi: Giulia Eremita; Video: Gianluca Flore
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per la Sardegna 2014-2022; Organismo responsabile dell’Informazione: Gal Distretto Rurale Barbagia Mandrolisai Gennargentu; Autorità di Gestione: Regione Sardegna-Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastorale; Sottomisura: 19.2 “Sostegno per l’esecuzione delle operazioni nell’ambito della strategia di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo – Azioni di Sistema (CUP: H58H25000280009)
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