Sa Raichina di Giampietro Marratzu: tradizione agricola e nuove idee in Barbagia

Dall’allevamento biologico alla fattoria didattica: un progetto green che valorizza territorio e comunità

Laurea in Psicologia a Padova conseguita con interesse e piglio da ricercatore, ma con un’altra grande certezza e al tempo stesso una speranza: il presente e il futuro è qua in Barbagia, nella sua Sardegna. Non in Veneto, terra generosa ai confini con la Mitteleuropa, che lo ha accolto per la parentesi universitaria.

La homeland di Giampietro Marratzu è a Sarule dove ha casa ed è cresciuto, mentre l’azienda zootecnica e agricola si trova nel salto di Olzai. Sarà poi per uno strano gioco di parole e di significati, il toponimo dei terreni acquistati da suo bisnonno si chiama Sa Raichina, ovvero la radice, che qui per una serie di ragioni, appare ben salda e profonda.

In queste giornate di fine estate e inizio autunno l’aria è ancora calda e di acqua non se ne vede da tempo. Nessuna nuvola gonfia di pioggia all’orizzonte, anche stavolta. Non una buona notizia per la terra diventata dura da stagioni secche e siccitose. Per questo occorre darsi da fare e provvedere a valide alternative.

Per noi il contributo del Gal è stato fondamentale per realizzare una raccolta razionale delle acque attraverso dei vasconi di raccolta”, dice lo psicologo allevatore, “i cambiamenti climatici e la scarsa piovosità di questo ultimi decenni ha messo tutti a dura prova. Con questo sistema ci siamo probabilmente messi a posto e potremo affrontare anche le bizze del tempo e queste stagioni ormai senza più regola”.

Il suo arrivo dopo gli anni di studio ha sicuramente portato una ventata di freschezza e novità in azienda. Nuove idee e progettualità per le sfide di domani in una svolta aziendale dove l’attività tradizionale dell’allevamento potrà essere integrata con le caratteristiche della fattoria didattica e sociale. “Dobbiamo andare in quella direzione, mi sembra un percorso interessante sotto molti punti di vista”, rimarca. “Anche la nostra conduzione dell’allevamento non segue una tipologia intensiva, ma sicuramente biologica con un’impronta sempre più green.

Oggi solo con la vendita dei prodotti è impossibile andare avanti. Sono importanti i contributi e anche gli aiuti, come quelli del Gal per realizzare una serie di investimenti in azienda. Qui c’è tanto lavoro da fare ma per fortuna non ci spaventa e non ci ha mai spaventato.”

“Siamo felicemente calati in un contesto dove la filosofia di vita ci è stata tramandata ed è intrisa di ideali, amore per questo territorio e passione per le cose che facciamo”.

Giampietro Marratzu è un ragazzo sorridente che trasmette positività anche a chi gli sta accanto e agli amici di una vita e il suo ritorno a casa non è un ripiego ma un fatto di raichinas, di radici.

Quelle che lui stesso tenta di rafforzare quotidianamente in questo territorio verso Ottana, Sarule e Olzai ricco di querce e pascoli e con delle rocce disegnate dal vento che assumono i contorni e le figure indefinite di fiere primordiali.

“Le attività tradizionali come l’allevamento sono il cuore, però è una buona cosa aprirci sempre di più con una proposta turistica. Abbiamo tanta ricchezza è giunto il momento di valorizzare questi tesori”, dice Marratzu. “Io vedo questa volontà nella nostra generazione. Siamo di meno, i nostri paesi si spopolano ma c’è la giusta apertura mentale. Il mio auspicio è che ci si possa consorziare sempre di più. Come singoli possiamo arrivare a un certo tanto ma come comunità unita si può fare decisamente di più”.

Testi: Luca Urgu; Video: Antonio Ruju

Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per la Sardegna 2014-2022; Organismo responsabile dell’Informazione: Gal Distretto Rurale Barbagia Mandrolisai Gennargentu; Autorità di Gestione: Regione Sardegna-Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastorale; Sottomisura: 19.2 “Sostegno per l’esecuzione delle operazioni nell’ambito della strategia di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo – Azioni di Sistema (CUP: H58H25000280009)

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