
Alda Porcu amplia la sua struttura ricettiva nel cuore del paese dei bronzetti nuragici: un progetto che unisce recupero edilizio e turismo esperienziale.
Prima un passo e poi un altro. L’ospitalità che cresce si fa a step, misurati, calibrati e ragionati. Un po’ secondo la filosofia della gente dell’interno che deve misurare i passi secondo le proprie forze e di sicuro non ostentare sfarzi e vana gloria.
Un atteggiamento che anche a Teti è di casa. Alda Porcu e suo marito hanno fatto negli anni da apripista, realizzando Funtanedda, una bella struttura identitaria e accogliente.
Ora, grazie a un altro finanziamento del GAL BMG bissano quell’esperienza.
“Noi abbiamo iniziato la nostra attività circa dieci anni fa. Il primo affittacamere l’abbiamo realizzato sempre con un bando GAL nella prima progettazione. Adesso c’era questa nuova opportunità e abbiamo pensato di ampliare l’offerta, anche perché ci dava l’opportunità di recuperare un immobile che diversamente sarebbe stato decadente. In effetti era già a rudere e bisognava darsi da fare per riportarlo agli antichi fasti”, dice Alda Porcu.
Il finanziamento del Gal si è dunque rivelato ancora una volta prezioso. “Sì, è vero ci ha dato una mano, uno spunto per poter recuperare l’immobile e realizzare qualche camera in più rispetto a quelle che già avevamo. Siamo partiti con questo obiettivo, anche perché siamo nel centro storico, quindi con molti limiti anche per la realizzazione degli interventi di ristrutturazione. Però mantenendo lo stile tipico delle case locali siamo riusciti comunque a realizzare un buon intervento, in linea e in armonia con il resto degli immobili del nostro piccolo centro”.
La buona politica e gli interventi programmati per tempo anche dal punto di vista dell’equilibrio e da una corretta conservazione urbanistica qui sono ben visibili.
“Io penso che i servizi di questo tipo, che rafforzano il segmento ricettivo, siano fondamentali al fine di poter dare la possibilità a tutto il territorio di ospitare e di accogliere i visitatori. La gente arriva e in prospettiva verrà ancora più volentieri in un territorio come il nostro in parte inesplorato. Abbiamo grandi ricchezze, grandi possibilità molte di queste ancora potenziali, forse perché siamo ancora in grado di dare pochi servizi”, rimarca.
Teti mette in mostra la sua anima culturale, l’oceano verde dei suoi boschi e la capacità di godere della forza rassicurante del silenzio e di giornate scandite da ritmi mai forsennati.
“Oltre ad avere boschi e un vasto territorio con una visuale aperta su tutte le montagne che ci circondano, abbiamo un importante patrimonio archeologico con i nostri villaggi nuragici e il nostro museo”, sottolinea la Porcu.
Già il fatto che Teti sia il perno di una vera e propria civiltà e del ritrovamento del maggior numero di bronzetti, che attualmente sono al Museo Nazionale di Cagliari, segna la strada maestra per il percorso da intraprendere con forza nei prossimi anni. Più servizi a livello comunale e territoriale ci sono poi, meglio è.
“Non basta avere una struttura per far dormire le persone. Occorre dare di più, delle esperienze e tanta qualità nell’accoglienza. Solo così possiamo ritagliarci uno spazio nel contesto complessivo facendo leva sui nostri punti di forza”.
Testi: Luca Urgu; Video: Antonio Ruju
Iniziativa finanziata dal Programma di sviluppo rurale per la Sardegna 2014-2022; Organismo responsabile dell’Informazione: Gal Distretto Rurale Barbagia Mandrolisai Gennargentu; Autorità di Gestione: Regione Sardegna-Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastorale; Sottomisura: 19.2 “Sostegno per l’esecuzione delle operazioni nell’ambito della strategia di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo – Azioni di Sistema (CUP: H58H25000280009)
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